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mercoledì 24 gennaio 2018

Il biotestamento è legge. Ecco cosa cambia, punto per punto Dalle Dat al consenso informato, ecco tutte le novità

 14/12/2017 12:00 CET | Aggiornato 14/12/2017 13:24 CET

Ecco cosa prevede la legge sul testamento biologico approvato in via definitiva dall'aula del senato.
Consenso informato. La legge tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione di ogni persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. È promossa e valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico che si basa sul consenso informato nel quale si incontrano l'autonomia decisionale del paziente e la competenza, l'autonomia professionale e la responsabilità del medico. In tale relazione sono coinvolti, se il paziente lo desidera, anche i suoi familiari o la parte dell'unione civile o il convivente ovvero una persona di sua fiducia. Nella relazione di cura rientrano, per le rispettive competenze, anche gli altri componenti dell'equipe sanitaria.
Ogni persona ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati, nonché sulle possibili alternative e sulle conseguenze dell'eventuale rifiuto del trattamento sanitario e dell'accertamento diagnostico o della rinuncia ai medesimi. Il consenso informato è acquisito nei modi e con gli strumenti più consoni alle condizioni del paziente, è documentato in forma scritta o attraverso videoregistrazioni o, per la persona con disabilità, attraverso dispositivi che lo consentano
Possibile stop a nutrizione e idratazione artificiale. Ogni persona maggiorenne e capace di agire ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi terapia o di revocare, in qualsiasi momento, il consenso prestato, anche quando la revoca comporti l'interruzione del trattamento. Nutrizione e idratazione vengono equiparate a trattamenti sanitari e quindi sarà possibile chiedere lo stop alla loro sommministrazione o rifiutarli.
Abbandono delle cure e obiezione di coscienza per i medici. Al paziente è riconosciuto il diritto di abbandonare le terapie. Ai medici è riconosciuta l'obiezione di coscienza. Di fronte alla richiesta di un malato di 'staccare' la spina, non avranno quindi 'l'obbligo professionalè di attuare le volontà del paziente. Il malato potrà comunque rivolgersi a un altro medico nell'ambito della stessa struttura sanitaria.
Divieto di accanimento terapeutico e sedazione profonda. Divieto di accanimento terapeutico in caso di malattia terminale. E possibilità, in presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, di ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua, in associazione con la terapia del dolore. Secondo la legge, il medico deve adoperarsi per alleviare le sofferenze del paziente, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario. E' sempre garantita un'appropriata terapia del dolore e l'erogazione delle cure palliative. Nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili e sproporzionati. In presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente.
Sostegno psicologico. Qualora il paziente esprima la rinuncia o il rifiuto di trattamenti sanitari necessari alla propria sopravvivenza, il medico prospetta al paziente e, se questi acconsente, anche ai suoi familiari, le conseguenze di tale decisione e le possibili alternative e promuove ogni azione di sostegno al paziente medesimo, anche avvalendosi dei servizi di assistenza psicologica.
Minori e incapaci. La persona minore o incapace ha diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e di decisione. Deve ricevere informazioni sulle scelte relative alla propria salute in modo consono alle sue capacità per essere messa nelle condizioni di esprimere la sua volontà. Il consenso informato al trattamento sanitario del minore è espresso o rifiutato dagli esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore tenendo conto della volontà della persona minore, in relazione alla sua età e al suo grado di maturità, e avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita del minore. Nel caso in cui il rappresentante legale della persona minore o interdetta o inabilitata oppure l'amministratore di sostegno rifiuti le cure proposte, la decisione è rimessa al giudice tutelare.
Cosa sono le dat. Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di futura incapacità di autodeterminarsi, e dopo aver acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte, può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento (dat), esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, compresi il consenso o il rifiuto a idratazione e nutrizione artificiali. Le dat saranno vincolanti per il medico a meno che appaiano manifestamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente, oppure qualora sussistano terapie non prevedibili o non conosciute dal disponente all'atto della sottoscrizione, capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita. Le dat devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata autenticata o consegnata presso l'ufficio dello stato civile del comune di residenza, che provvede all'annotazione in apposito registro, ove istituito, oppure presso le strutture sanitarie qualora si servano di modalità telematiche di gestione. Possono essere espresse anche attraverso videoregistrazione o dispositivi che consentano alla persona con disabilità di comunicare. Con le medesime forme esse sono rinnovabili, modificabili e revocabili in ogni momento, anche a voce in caso di emergenze o urgenza.
Banche dati regioni in attesa registro nazionale dat. Le regioni che adottano modalità telematiche di gestione della cartella clinica o il fascicolo sanitario elettronico o altre modalità informatiche di gestione dei dati del singolo iscritto al servizio sanitario nazionale possono regolamentare la raccolta di copia delle dat. Non è stato possibile, per mancanza di coperture, istituire nel passaggio alla camera un registro nazionale delle dat. Con un ordine del giorno del pd si è impegnato il governo a trovare una soluzione in un altro provvedimento. Il registro nazionale dovrebbe entrare nella legge di bilancio.
Fiduciario. Si potrà indicare una persona di fiducia, che rappresenterà il malato nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Al fiduciario sarà rilasciata una copia delle dat, redatte con atto scritto o con videoregistrazione.
Pianificazione condivisa delle cure. Nella relazione tra medico e paziente, rispetto all'evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta, può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico. L'equipe sanitaria deve attenersi a quanto stabilito nella pianificazione delle cure qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità. La pianificazione può essere aggiornata al progressivo evolversi della malattia su richiesta del paziente o su suggerimento del medico.
Relazione annuale ministro Salute. Annualmente il ministro della salute presenta al parlamento una relazione sull'applicazione della legge stessa. Le regioni sono tenute a fornire le informazioni necessarie entro il mese di febbraio di ciascun anno, sulla base di questionari predisposti dal ministero della salute.
Norma transitoria. Ai documenti atti ad esprimere le volontà di fine vita in merito ai trattamenti sanitari, depositati presso il comune di residenza o davanti a un notaio prima della data di entrata in vigore della legge, si applicano le disposizioni della legge approvata dal parlamento.

martedì 9 gennaio 2018

Luca Ricolfi: "Il Pd si rassegni: non è più di sinistra"

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INTERVISTA A LIBERO

9 Gennaio 2018

Luca Ricolfi: "Il Pd si rassegni: non è più di sinistra"
Il sociologo Luca Ricolfi, torinese, classe 1950, docente di Analisi dei dati all' Università di Torino e responsabile scientifico della Fondazione David Hume (www.fondazionehume.it) è da anni uno dei commentatori più precisi, "empirista" direbbe lui, delle vicende italiane e dunque la persona adatta per un' intervista sull' anno elettorale che ci aspetta.

Leggi anche: Maria Elena Boschi, la sentenza del politologo: "Faccia un passo indietro per il bene del Pd"

Professore, andiamo verso le elezioni più incerte della storia repubblicana?
«I risultati elettorali sono sempre incerti, ma stavolta anche se sapessimo con precisione i numeri del futuro Parlamento nessuno potrebbe dedurne che governo ne verrebbe fuori. Sono ben cinque le coalizioni verosimili: Forza Italia-Lega-Fratelli d' Italia, Forza Italia-Pd, Pd-Liberi e uguali-M5s, Liberi e uguali-M5s, M5s-Lega».

L' ultima volta le previsioni non ci hanno preso, chi dice che a marzo finisca in un nulla di fatto come tutti prevedono?
«Stavolta i sondaggisti sbaglieranno di meno, per ragioni che ha spiegato in modo eccellente Paolo Natale in un articolo sul sito della Fondazione Hume. Si potrebbe parafrasare ed estremizzare un po' la sua analisi così: più diventiamo un Paese di disinibiti che non si vergognano di niente, più rendiamo facile il lavoro dei sondaggisti».

Secondo lei come andrà?
«Penso che il centro-destra prenderà leggermente meno voti di quelli che gli assegnano i sondaggi e il Pd di Renzi qualche voto in più».

Oltre all' incertezza pesano una certa apatia generale e sondaggi negativi sul voto dei giovani...
«Sì, ma il trend di distacco dalla politica non è nuovo. La novità è che il partito di Grillo ha perso di appeal, nessuno pensa seriamente che votare Raggi o Appendino sia uno sberleffo al sistema».

Secondo lei l' Italia è una democrazia compiuta?
«No, ma non è l' unica.
Quasi nessun Paese occidentale lo è ormai più, la differenza è che alcuni in passato si sono avvicinati ad esserlo, mentre noi ne siamo sempre rimasti lontani, perché la spettacolarizzazione della politica senza dei veri partiti crea un corto circuito».

Mattarella ha invitato i politici ad un uso responsabile dei numeri in campagna elettorale. Lei cosa pensa delle proposte in via di formazione?
«Penso quel che immagino ne pensi Mattarella, con la differenza che io lo posso dire: i numeri dei partiti o non ci sono (vedi il silenzio sul debito pubblico) o non stanno in piedi».

In un recente editoriale sul Messaggero ha criticato l' impostazione di fondo del M5s: dirigismo e tassazione. È il pericolo maggiore?
«Secondo me sì, il programma e il personale politico dei Cinque Stelle sono il maggiore pericolo per la stabilità economica del Paese. Tuttavia anche Lega e Liberi e uguali non scherzano».

Da dove viene secondo lei questa ondata anti-sistema, anti-scienza, anti-industria alimentare e non solo che pervade pure i grillini?
«Non è nuova. I sociologi da almeno mezzo secolo descrivono l' Italia come un Paese in cui la cultura anti-industriale ha radici profonde».

In questa situazione la sinistra è tornata a dividersi ed è in crisi d' identità e di leadership, come lei ha rilevato da tempo nel suo libro Sinistra e popolo (Longanesi). Come vede quel campo ora?
«Lo vedo mal messo e ostaggio di un incantesimo da cui non intende liberarsi.
Il Pd è diventato un "partito radicale di massa", come dice Marcello Veneziani, ovvero si occupa di temi sovrastrutturali: unioni di fatto, fine vita, discriminazioni, fecondazione eterologa, tutela delle minoranze, diritti umani Niente di male: a Renzi è riuscito in 4 anni quello che a Pannella e Bonino non è riuscito in 40. Il punto però è che, pur essendo diventato il partito dei "ceti medi riflessivi", che si credono la parte migliore del Paese, anziché prendere coscienza di questa mutazione, si ostina a proclamarsi di sinistra e difensore dei ceti popolari. Qualcuno si può stupire che questi ultimi dicano "no grazie" e si rivolgano altrove?».

Renzi merita la sua decadenza?
«Sì e no. Umanamente la merita tutta, perché quando si ha poca cultura è buona regola non alzare i toni e stare a sentire gli esperti. Politicamente sarei più indulgente: Renzi è uno dei pochi politici che non vedono la modernizzazione del Paese come una disgrazia. Ma così torniamo al punto di partenza di questa chiacchierata, la profondità dei sentimenti anti-industriali e anti-moderni degli italiani: a noi la modernizzazione piace solo come elargitrice di doni insperati, dai telefonini al turismo, all' intrattenimento, mentre la detestiamo quando pretende di cambiare i nostri costumi, le nostre abitudini e i nostri privilegi».

Come giudica l' avventura di Liberi e uguali?
«Un' nteressante espressione di conservatorismo politico, in un Paese in cui tutti vogliono presentarsi come innovatori».

Il campo liberale è ancora dominato da Berlusconi. Che ne pensa?
«Non ho mai capito perché, in un quarto di secolo, in quel campo non si sia mai affermata una personalità comparabile a quella di Berlusconi, capace di sfidarlo o di raccogliere il testimone. È forse il segno che in Italia di cultura liberale ce n' è assai poca, anche a destra».

Quali sono le tre riforme urgenti che suggerirebbe al prossimo governo?
«Potrei dire: fisco, giustizia civile, pubblica amministrazione. Ma preferisco dire: riformate quel che vi pare, ma che siano vere riforme, ben studiate e davvero modernizzatrici, non i modesti e pasticciati ritocchi cui ci avete abituati, sia a sinistra sia a destra».

Su immigrazione e cittadinanza quali le paiono i provvedimenti urgenti da prendere?
«La questione della cittadinanza non è una battaglia di civiltà, ma una normale questione di tempi, condizioni e verifiche. Non sono sfavorevole a renderla più rapida, ma penso che le condizioni per concederla dovrebbero essere più stringenti di quelle attuali. Il vero problema non sono i residenti regolari che vogliono la cittadinanza, ma gli irregolari che alimentano la criminalità come spiegato nei dossier sul sito della Fondazione Hume».

Davvero si possono abbassare in qualche modo le tasse o col debito presente sarebbe una follia?
«Inutile nasconderselo: se si vogliono abbassare le tasse l' unica strada seria è una spending review permanente, "di legislatura", fra cinque e dieci miliardi l' anno per cinque anni. La mia opinione, basata sulle analisi statistiche che ho condotto ne L' enigma della crescita (Longanesi), è che il nodo vero sia quali tasse abbassare: con poche risorse meglio concentrare l' intervento su Ires e Irap. Se si vogliono aiutare le famiglie è molto più efficace accelerare la crescita del Pil e dell' occupazione che concedere sgravi fiscali e contributivi a pioggia».

Da torinese come valuta l' operato della sindaca Appendino?
«Senza infamia e senza lode. Purtroppo Torino è una città in declino, oppressa da un debito mostruoso, di cui nessuno vuole parlare».

Rifacendosi a Hume lei si definisce un liberale? E di sinistra?
«Non mi considero un liberale, ma piuttosto un empirista, del resto è precisamente l' empirismo il contributo più importante di Hume alla storia delle idee. Quanto alla sinistra, che dire? La sinistra non è ancora di sinistra: aspetto che impari ad apprezzare il merito e la libertà».

Chi sono i commentatori che ama leggere?
«Purtroppo Natalia Ginzburg, Pier Paolo Pasolini e Indro Montanelli non ci sono più».

Al sito della Fondazione collabora anche sua moglie, la scrittrice Paola Mastrocola, come vi dividete il lavoro?
«Lei si occupa della sezione Humanities, che raccoglie contributi letterari ed artistici, io mi occupo della ricerca empirica. Collaboriamo da trent' anni in modo naturale, per affinità di vedute, specie per la comune insofferenza al conformismo. Ora stiamo varando uno studio sugli effetti che l' abbassamento della qualità degli studi può aver esercitato sulla mobilità sociale. L' ipotesi è che 50 anni di scuola e università facile abbiano danneggiato i poveri e favorito i ricchi».

Da La Stampa al Sole 24 Ore, adesso al Messaggero, ha scritto per tanti giornali, come mai tutti questi passaggi?
«Per ragioni ogni volta diverse, ma mai per dissensi sulla linea. Semplicemente, ho ceduto al corteggiamento di alcuni direttori».

Quando pensa al suo lavoro di analista si sente ancora speranzoso?
«Succede tutte le volte che riesco a produrre informazioni o analisi che prima non esistevano: fra quelle recenti sul sito della Fondazione, il nostro indice VS, che misura la vulnerabilità strutturale dei conti pubblici di un Paese».

di Francesco Rigatelli

domenica 7 gennaio 2018

Che cos'è la sedazione profonda?

Quando viene deciso il trattamento?

La sedazione profonda è un trattamento farmacologico, che può essere scelto, solo dopo consenso informato e un’attenta valutazione medica del singolo caso. È a totale appannaggio dalle équipe,medici e infermieri, di cure palliative: una delle possibilità di assistenza al paziente quando ormai, la malattia ha un decorso irreversibile e la sofferenza per la persona sono diventate insopportabili. Quindi, nelle condizioni di imminenza dellamorte con prognosi di ore o pochi giorni. Al paziente vengono somministrati dei farmaci in grado di sedarlo completamente, fino ad annullare la consapevolezza. In questomodo, pur mantenendo il livello dei liquidi nel corpo attraverso flebo, viene interrotta la percezione della sofferenza.

Ma la legge italiana la consente?

In Italia non c’è una norma sulla sedazione profonda, ma esiste una legge sulle cure palliative, (la 38 del 2010), votata all’unanimità in parlamento. Sancisce che queste cure, entrate nei livelli essenziali di assistenza, sono un diritto del paziente. Tutte le procedure terapeutiche che rientrano in questa categoria, compresa la sedazione profonda, sono lecite dal punto di vista legale, giuridico e deontologico. È una procedura che si utilizza nella fase avanzata e terminale di unamalattia. Numerosi documenti delle società scientifiche delle Cure del dolore e palliative sottolineano che la sedazione profonda è un trattamento che non ha nulla da condividere con l’eutanasia omorte assistita.

Che differenza c’è con l’eutanasia?

L'eutanasia attiva, vietatanelnostro Paese,consistenel porre fine alla vita diuna persona,consenziente, cheha precedentementedichiarato le sue volontà. Il paziente deve essere nelle condizionidinon poter guarire.Nei Paesi dove è legale ilmedico è tenuto a far desistere la personache loha richiesto. È semprepossibile cambiare idea. Se, invece, si vuolproseguire ilmedico incontrerànuovamente il paziente e ripeterà la richiesta sedavvero si vuole procedere.L’attodi accompagnamento alla “dolcemorte”consistenella preparazione e lasomministrazione di una dose letale. E’ indispensabile essere in grado di intendere e volere in quel momento.

Che cosa è il suicidio assistito?

Il suicidio assistito è l’atto compiuto dal paziente con l’aiuto di altre persone. In Europa il suicidio assistito è legale in molti Paesi, in Italia no. Solo la Confederazione elvetica offre il servizio anche ai cittadini stranieri. Requisito indispensabile per ottenere l’ok è l’irreversibilità dellamalattia, che deve essere clinicamente accertata e senza possibilità di guarigione. In queste strutture non viene praticata la cosiddetta “eutanasia attiva”, ma il suicidio assistito. Deve essere, infatti, l’ammalato a compiere l’ultimo gesto per assumere i farmaci che lo uccideranno, anche a costo di premere un pulsante con la bocca. Se le condizioni del paziente non lo consentono, imedici elvetici non possono fare nulla per lui.

Cosa prevede il testamento biologico?

A dicembre è stato dato il via libera al biotestamento nel nostro Paese. Questo, in sostanza, prevede che ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento, esprime le proprie convinzioni e preferenze inmateria di cure. Oltre il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari sono comprese sia la nutrizione che l’idratazione artificiali. Le disposizioni che vengono date al medico sono sempre revocabili.

Le disposizioni devono essere sempre scritte?

Le dichiarazioni anticipate di trattamento contenute nel testamento biologico devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata, con sottoscrizione autenticata dal notaio, da altro pubblico ufficiale o da un medico dipendente del servizio sanitario. Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, possono essere espresse attraverso videoregistrazione. In caso di emergenza o di urgenza la revoca può avvenire anche oralmente davanti ad almeno due testimoni. Per quanto riguarda i minori il consenso deve essere espresso dai genitori, dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenendo, comunque, conto della volontà del minore.

Domenica 7 Gennaio 2018, 09:59

giovedì 4 gennaio 2018

Cancro, scoperta di due scienziati italiani: un’alterazione genetica causa la malattia

Lo studio pubblicato su Nature è stato condotto alla Columbia University di New York: il meccanismo innescato dalla fusione di due geni provoca il glioblastoma, il più letale dei tumori al cervello
ALESSANDRO MONDO

Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori della Columbia University di New York.

Una nuova scoperta internazionale sul fronte della ricerca contro il cancro, firmata da scienziati italiani. In sintesi, è stato individuato il meccanismo innescato da un’importante fusione di due geni, FGFR3 e TACC3, che causa alcuni tumori umani tra cui il glioblastoma, il più aggressivo e letale dei tumori al cervello: elemento cardine di questo meccanismo è l’ aumento del numero e dell’ attività dei mitocondri, organelli presenti all’interno della cellula che funzionano come centraline di produzione di energia. Risultato: ne deriva una maggiore disponibilità di energia per il moltiplicarsi e diffondersi incontrollato delle cellule tumorali. 


DALL’ITALIA AGLI STATI UNITI 

La scoperta, su un tema estremamente complesso, ha portato gli scienziati a usare farmaci già esistenti, che interferiscono con l’attività dei mitocondri per bloccare la crescita dei tumori umani in laboratorio e negli animali. Lo studio viene pubblicato sulla rivista Nature ed è stato condotto da un gruppo di ricercatori della Columbia University di New York guidati da Antonio Iavarone ed Anna Lasorella: nel Duemila entrambi avevano abbandonato l’Università di Roma e l’Italia per trasferirsi negli Stati Uniti, non prima di avere accusato di nepotismo l’Ateneo; una denuncia ripresa dai giornali, che aveva innescato querele, ricorsi al Tar e processi. Acqua passata. Ora il nuovo riconoscimento per il lavoro svolto negli Usa, dove indubbiamente hanno trovato un contesto capace di valorizzare il loro lavoro. 

NUOVA SCOPERTA 

Gli scienziati ritengono che l’aggiunta dei farmaci che interferiscono con la produzione di energia da parte dei mitocondri porterà benefici importanti per il trattamento personalizzato dei tumori sostenuti dalla fusione genica FGFR3-TACC3. Il traguardo odierno, oltretutto, è stato preceduto da un primo step: in uno studio pubblicato sulla rivista Science nel 2012, lo stesso gruppo di ricercatori aveva scoperto la fusione di FGFR3 e TACC3 come causa del 3% dei casi di glioblastoma. Si tratta del tumore più frequente e maligno del cervello, colpisce individui di tutte le età, inclusi i bambini, ma è più frequente tra i 45 e i 70 anni. Purtroppo la chirurgia, seguita da radioterapia e chemioterapia, non è ancora in grado di curare questo tipo di cancro, che uccide la maggior parte dei pazienti in meno di due anni. Ecco perché migliorare le conoscenze sui meccanismi che promuovono il glioblastoma e lo rendono così difficile da curare è l’unica strada per poterlo aggredire più efficacemente. 

LE PROSPETTIVE 

Dopo la scoperta iniziale del team Iavarone-Lasorella, altri studi hanno riportato che la stessa fusione genica è presente con percentuali simili a quella del glioblastoma anche in altri tumori umani come il carcinoma del polmone, dell’esofago, della vescica, della mammella, della cervice uterina, ed il carcinoma della testa e del collo: tumori che colpiscono globalmente varie migliaia di persone ogni anno. «FGFR3-TACC3 è probabilmente la più’ frequente fusione genica descritta finora nel cancro - osserva Antonio Iavarone, co-leader dello studio, che in questi giorni si trova in Italia -. Con questa ricerca siamo finalmente riusciti a capire come FGFR3-TACC3 induce e perpetua i tumori maligni e possiamo sfruttare i nuovi obiettivi terapeutici in una cura sempre più personalizzata del cancro».

«CASCATA DI EVENTI» 

Lo studio descrive una complessa cascata di eventi scatenati dalla presenza della fusione genica che convergono nell’aumento della attività’ mitocondriale. Applicando un’ampia serie di analisi, gli scienziati hanno scoperto che FGFR3-TACC3 attiva una proteina chiamata PIN4. Dopo l’attivazione, PIN4 raggiunge altri piccoli organelli cellulari, i perossisomi, che normalmente metabolizzano grassi e producono carburante per l’attività mitocondriale. Infatti, il numero di perossisomi aumenta di 4-5 volte dopo l’attivazione di PIN4 da parte di FGFR3-TACC3, cosi come aumenta la loro attività metabolica causando l’accumulo nella cellula di sostanze ossidanti. Queste sostanze stimolano la produzione di PGC1-alfa, il fattore fondamentale per il metabolismo mitocondriale, che quindi diventa libero di stimolare in maniera non coordinata l’attività’ dei mitocondri e la produzione di energia. «Il nostro studio fornisce la prima evidenza che geni-chiave dello sviluppo tumorale causano direttamente una iperattività mitocondriale spiega la professoressa Anna Lasorella, co-leader dello studio -. Questo lavoro individua anche per la prima volta il coinvolgimento dei perossisomi nell’evoluzione tumorale e ci suggerisce come poter incidere sulle fonti energetiche cellulari per colpire il tumore. Infatti, in esperimenti su cellule tumorali in coltura ed in modelli animali di glioblastoma generati da FGFR3-TACC3, il trattamento con gli inibitori del metabolismo mitocondriale ha interrotto la produzione di energia e fermato la crescita tumorale».

FARMACI COMBINATI 

La combinazione di farmaci che inibiscono l’attività mitocondriale e quella enzimatica di FGFR3-TACC3 potrebbe risultare utile nel trattamento dei tumori che contengono FGFR3-TACC3. In studi precedenti i ricercatori della Columbia University avevano dimostrato che i farmaci che bloccano direttamente l’attività enzimatica della fusione genica – i “farmaci-bersaglio” o “targeted drugs” - causavano un aumento della sopravvivenza di topi affetti da glioblastoma. Per questo, i farmaci-bersaglio che hanno mostrato efficacia in laboratorio vengono tuttora testati in pazienti con glioblastoma positivo per FGFR3-TACC3 in studi clinici diretti da uno dei co-autori del presente studio, il professor Marc Sanson dell’Ospedale Pitie’ Salpetriere a Parigi. «Farmaci che inibiscono enzimi di tipo chinasi sono stati usati in alcuni tipi di tumori con risultati incoraggianti – conclude il professor Iavarone -. Tuttavia, con il tempo il tumore diventa resistente a questi farmaci e progredisce. Noi ipotizziamo che si possa prevenire resistenza e recidiva tumorale attraverso una simultanea inibizione del metabolismo mitocondriale e di FGFR3-TACC3. Stiamo testando questa nuova ipotesi nei nostri laboratori della Columbia University».