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sabato 19 novembre 2016

NERO SU BIANCO Giuseppe Cruciani, lettera a Berlusconi: "Critica Renzi, ma è come lui"

Concordo con quanto scritto da Cruciani:

Gentile Presidente Berlusconi, mi consenta di dirle una cosa.
Lei sta facendo campagna a favore del No al referendum del 4 dicembre avvertendo gli italiani di un imminente pericolo se la riforma fosse approvata dal popolo: la dittatura renziana. Prendo a caso alcune sue dichiarazioni: «C’è il pericolo di una deriva autoritaria, la dittatura di un uomo solo al comando padrone del suo partito e del 55 per cento dell’unica Camera»; «Chi vince le elezioni sarebbe padrone dell’Italia e degli italiani»; «Il leader di un partito potrebbe diventare padrone del governo, della Corte Costituzionale e del Csm».
Scusi Presidente, ma di cosa parla? Quello che lei paventa come una catastrofe che andrà ad intaccare la libertà dei cittadini, è esattamente quello che Silvio Berlusconi ha sempre voluto quando era al governo di questo Paese o negli anni trascorsi come capo dell’opposizione. Ed è anche il motivo per cui tanti italiani nel passato l’hanno scelta come capo del governo. È inutile che ricordi a lei e soprattutto a quelli che ci stanno leggendo alcune battaglie storiche sue personali e della sua parte politica contro i piccoli partiti che le avrebbero impedito di attuare il programma o sui pochi poteri che ha il Presidente del Consiglio in Italia. Basta andare su Google, e credo che ormai lei si sia impratichito del mezzo, per trovare decine di suoi interventi. Solo per citarne alcuni: «In Italia il premier non può fare nulla, ha poteri quasi inesistenti»; «Basta coi piccoli partiti, pensano solo a se stessi».
A un certo punto, lo ricorderà certamente, disse che il Parlamento era pletorico e sarebbero bastati «cento deputati» e sarebbe stato più utile e veloce che a votare fossero «solo i capigruppo al posto dei parlamentari». E sovente si è trovato a rimproverare gli italiani che non davano a Forza Italia la maggioranza assoluta. Insomma, lei era il Re della semplificazione e, a mio modesto parere giustamente, il grande sostenitore dello spoil system, cioè «chi vince prende tutto». Come sta facendo adesso Trump.
Francamente, e detto con grande rispetto, non si capisce di cosa si possa lamentare. Tra l’altro, chi scrive non ha alcun pregiudizio nei suoi confronti. Anzi. Più volte, quando mi sono recato alle urne ho messo la crocetta sul suo nome o su qualche partito a lei alleato compresa Forza Italia. E non me ne sono mai vergognato, al contrario di tanti giornalisti che non hanno il coraggio di dire cosa hanno scelto nel segreto dell’urna. O addirittura si nascondono per paura di essere etichettati utilizzando la solita ipocrita frase: non vado a votare.
Io l’ho votata, Presidente, perché mi aspettavo quella famosa rivoluzione liberale, meno tasse e più attenzione alle partite Iva, che lei ha sempre promesso. Non è arrivata, e amen, ormai è andata così. Sono persino convinto che Berlusconi Silvio abbia subito un attacco da parte della magistratura che ha messo in piedi una gigantesca caccia alle streghe cercando di scoprire con chi lei trascorreva allegre serate a casa sua, e in parte è stato estromesso dalla vita politica anche a causa di questa operazione spionistica in stile Germania Est. Ma è acqua passata e amen anche qui.
Adesso, capisco che la politica significa dire tutto e il contrario di tutto e forse oggi le conviene che alle elezioni non vinca nessuno così può ancora avere voce in capitolo. Capisco dunque che ora a lei e alla sua formazione politica convenga azzoppare Renzi o addirittura farlo cadere, sostenendo che la riforma è pasticciata o altro. E capisco pure che si senta tradito da Renzi che a un certo punto, dopo aver collaborato con Fi e scritto con voi questa stessa riforma, l’abbia messa da parte come si fa con una vecchia ciabatta. L’uomo è fatto così, come lui stesso ha ammesso: cattivo e arrogante. Il contrario di come, credo, sia Silvio Berlusconi, forse l’ultimo leader democristiano dell’Italia: sempre pronto ad accontentare tutti, pure troppo. E forse invidia al premier proprio queste «qualità», tanto da dire, nello stesso momento in cui parla di dittatura in arrivo: «Renzi è l’unico vero leader in politica». Per tornare al punto, qui non c’è alcuna dittatura alle porte, come lei sa bene. Silvio Berlusconi quei poteri vorrebbe averli, eccome. Ma per ottenerli c’è un solo modo: battere il fiorentino alle elezioni.
La saluto cordialmente.
di Giuseppe Cruciani

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