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domenica 23 ottobre 2016

D'Alema: chi vota sì al referendum è vecchio e stupido

GRIGIA TRACOTANZA
su "liberoquotidiano.it" del 23 Ottobre 2016

Quando ha fatto la sparata per il No, Massimo D’Alema ha parlato di «molto anziani». Forse è per questa ragione che si è autoescluso dalla categoria, lui che, come poco elegantemente gli ha fatto notare il presidente del Pd, Matteo Orfini, «ha sessantasette anni». Gli ennesimi stracci dentro al partito di Matteo Renzi hanno cominciato a volare dopo che il Corriere della sera ha pubblicato un nuovo sondaggio. Secondo l’istutito Ipsos, mano a mano che trascorrono le settimane e la campagna elettorale per il referendum entra nel vivo il No mantiene saldamente un vantaggio sul Sì e, anzi, sale. «Ai primi di questo mese il No compiva per la prima volta il sorpasso (52%), ma il Sì rimaneva ad una incollatura. Oggi la distanzia si amplia a favore del No, al 54%», scriveva il quotidiano di via Solferino.
Ipsos segnalava una - curiosa - scarsa mobilitazione giovanile (solo il 51% degli under 35 intende andare a votare), un interesse alto per «ceti elevati», «i pensionati».
L’altro dato che ha colpito gli analisti, ma, soprattutto, l’ex premier e segretario dei Democratici di sinistra, “rottamato” da Matteo Renzi, è che soltanto nella fascia di età degli «ultrassentacinquenni» è maggioritario il Sì. È proprio da questo dato che ha preso spunto l’attacco, violento, alla riforma e al suo autore: «Renzi parla a nome di una gioventù che non lo segue, i giovani votano No, votano Sì solo le persone molto anziane forse anche perchè hanno maggiore difficoltà a comprendere questa riforma sbagliata», ha detto D’Alema. Quella del politico che fu tra i leader dell’eurosinistra non era una battuta sfuggita di bocca, se è vero che, sempre dallo stesso convegno sul Lago Maggiore, D’Alema aveva approfondito il concetto: «È come per la Brexit: gli anziani non si rendono conto che approvando la riforma renziana si rovina la vita dei nipoti. Spero che i nipoti facciano in tempo a farglielo capire...». Non importa se poi il referendum sulla Brexit alla fine era passato, ormai l’attacco dell’uomo che viene considerato il regista della minoranza Pd era stato sferrato.
«Io le riforme le ho fatte, lui no, vuole solo tornare al governo», ha risposto - freddo - il premier, dalla Sicilia. «Ma lui e Silvio Berlusconi non fermeranno il futuro», ha aggiunto.
L’attacco più violento - coordinato col segretario - è partito però dal presidente del Pd, Matteo Orfini, un tempo stretto collaboratore di “Baffino”: «Da una persona di 67 anni credo che sia un autogol dire una cosa del genere. Eppoi prendersela con gli anziani...», ha detto il deputato. Dopo Orfini, l’attacco in serie dei membri della segreteria del Pd, gli ultrarenziani: «Se non fosse ridicolo, sarebbe oltraggioso», attacca Alessia Morani. «Senza argomenti, da “addetto ai lavori” è diventato “addetto ai livori”», le ha fatto eco Anna Ascani. Infine, il senatore Andrea Marcucci: «Questa battuta di cattivo gusto conferma la sua grande arroganza».
di Paolo Emilio Russo

Lettera aperta a Massimo D'Alema

indirizzata a: "info@italianieuropei.it"

All'attenzione del Vostro arrogante, presuntuoso e oltraggioso Presidente Sig. (sì perché come farebbe notare il suo sodale - in questa vicenda - Dott. Silvio Berlusconi, lei non è laureato ancorché abbia studiato per qualche anno alla Scuola Normale Superiore di Pisa) Massimo D'Alema.

Faccio riferimento alla sua affermazione in merito al voto per il prossimo Referendum sulla Riforma Costituzionale: "...i giovani votano No, votano Sì solo le persone molto anziane forse anche perché hanno maggiore difficoltà a comprendere questa riforma sbagliata.», ha detto D’Alema. Quella del politico che fu tra i leader dell’eurosinistra non era una battuta sfuggita di bocca, se è vero che, sempre dallo stesso convegno sul Lago Maggiore, D’Alema aveva approfondito il concetto: «È come per la Brexit: gli anziani non si rendono conto che approvando la riforma renziana si rovina la vita dei nipoti. Spero che i nipoti facciano in tempo a farglielo capire...».

La invito a prendere atto che sebbene io sia un settantenne, quindi secondo lei molto anziano, non sono rimbambito né lo sono i miei compatrioti coetanei che non siano affetti dal morbo di Alzheimer o da Demenza senile.
Voterò SI' perché concordo consapevolmente con la maggioranza del Parlamento che ha votato la Riforma di molti articoli della Costituzione vigente.

Dicono che lei sia molto intelligente, ma io non condivido questo giudizio, probabilmente insinuato nella pubblica opinione e tra i giornalisti e i politici di professione da suoi discepoli ed estimatori, per cui si sarà reso conto dell'enormità della sua affermazione che, mi auguro, spingerà anche i meno anziani e i suoi coetanei a votare SI' per non condividere le sue pretestuose opinioni sulla Riforma Costituzionale.

Approfitto dell'occasione per ricordarle che lei non può permettersi di dare lezioni di democrazia a chicchessia data la sua militanza pluridecennale nel PCI, che è bene ricordare, era una filiale del PUCUS sovvenzionata fino al 1973 dalla U.R.S.S, (che era pronta a invadere l'Italia con il Patto di Varsavia).

Mi permetto di ricordarle anche che nel '68 mentre io mi limitavo a partecipare attivamente alle Assemblee in Sapienza, lei – per sua ammissione- almeno una volta ha tirato una bottiglia Moltov, e non sappiamo i danni che possa aver provocato. Si darà colpa all'esuberanza giovanile, ma non condivido, lei era per la dittatura del proletariato e oggi magari sarà favorevole alla dittatura dei giovani che secondo lei sono i soli a votare scientemente.

Mi permetta di ricordarle che una volta lei affermò che i giovani dirigenti del (suo) Partito dovevano conquistarselo il Potere e non attenderlo in regalo dagli anziani. Ora che un giovane se lo è conquistato anche a sue spese lei rosica, ma non insulti nessuno e si goda il vitalizio che i suoi compagni operai pensionati possono soltanto sognarlo.


Ennio Di Benedetto




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