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sabato 27 febbraio 2016

Contro l’Italia delle scie chimiche

“Il nostro paese è preda del potere dei talismani”. L’assedio al metodo scientifico e al progresso tecnologico che politici e giudici fomentano in Italia. Conversazione con Elena Cattaneo

di Luciano Capone | 27 Febbraio 2016 ore 06:18 www.ilfoglio.it 

“Inorridisco all’idea che il potere di decidere sia usato per stravolgere i fatti cui ancorare la decisione”, dice Cattaneo. (“Galileo Galilei davanti al Sant’Uffizio”, olio su tela di Robert-Fleury, 1847)
Elena Cattaneo è diventata nota al grande pubblico dopo la nomina a senatrice a vita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed ha assunto un ruolo centrale del dibattito pubblico per le sue prese di posizione contro la pseudocura Stamina, a favore degli Organismi geneticamente modificati (Ogm), per lo studio dei genomi italiani, a favore della sperimentazione animale, in difesa dei ricercatori accusati di avere diffuso la Xylella e contro le invasioni di campo della politica e della magistratura. Libertà di ricerca, difesa del metodo e delle evidenze scientifiche, sono princìpi che la Cattaneo difende nell’arena pubblica arrivando anche allo scontro con attivisti ambientalisti, animalisti, forze politiche e ministri. Non si può dire che abbia preso il laticlavio come una specie di dopolavoro, sul caso Stamina ad esempio ha scritto insieme al senatore di centrodestra Luigi D’Ambrosio Lettieri (laureato come lei in Farmacia) una lunga indagine conoscitiva che ha messo in evidenza gli errori di governo, Parlamento e magistratura proponendo un decalogo per rimediarvi. Sulla libertà di ricerca in campo aperto per gli Ogm ha presentato un ordine del giorno trasversale che ha messo in difficoltà il governo e tra un’audizione e l’altra in Senato ha scoperto che gli studi anti-Ogm del professor Federico Infascelli, portato in palmo di mano dal Movimento 5 Stelle, erano taroccati. La professoressa Cattaneo, ordinario di Farmacologia alla Statale di Milano, ci riceve nel laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia delle Malattie Neurodegenerative da lei diretto, all’interno della nuovissima sede dell’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare, dove insieme al suo team di giovani e meno giovani ricercatori (molte donne) studia da oltre 20 anni la Còrea di Huntington, una malattia genetica e neurodegenerativa senza cura che colpisce la coordinazione muscolare e le capacità cognitive.

La incontriamo per parlare del rapporto della scienza con la politica e la giustizia in Italia, dello stato di salute della ricerca scientifica, ma si vede da come le brillano gli occhi e dall’entusiasmo che ci mette nella descrizione che ciò di cui più le piace parlare è l’avanzamento dei suoi studi sulla malattia di Huntington. Spiega la meraviglia di avere scoperto quello che l’Economist ha definito un “patto faustiano”: questa brutta malattia neurodegenerativa potrebbe essere la chiave per capire l’evoluzione del cervello umano. “E’ bellissimo studiare le cose che nessuno conosce, mi stupisco ogni giorno del fatto che in laboratorio si possano studiare cose accadute milioni di anni fa – dice la professoressa – Il gene Huntington è presente in forma non patologica in tutte le persone, è nato 800 milioni di anni fa in un’ameba, il primo organismo pluricellulare comparso sulla terra. Il gene nasce senza lettere “CAG” poi questa tripletta compare e si trova ripetuta 2 volte, CAGCAG, nel gene del riccio di mare che ha un abbozzo di sistema nervoso, il pesciolino zebra che ha un sistema nervoso più evoluto ne ha addirittura 4 di ripetizioni e poi via via il CAG aumenta: nel topo ce ne sono 7, nel cane 10 e nella scimmia ancora di più. Il CAG nel mio gene è ripetuto massimo fino a 35 volte. Quando impazzisce e supera le 35 diventa malattia. Vogliamo capire perché questo gene con quelle lettere potenzialmente pericolose sia arrivato a noi e non sia stato contro-selezionato dall’evoluzione che elimina il rischio per la specie. Noi pensiamo che quei CAG abbiano avuto un ruolo nella costruzione del sistema nervoso. E anche oggi possono avere un significato. Una persona su 17 ha un CAG molto alto tra 27 e 35 e chi ha più CAG ha anche più materia grigia in una zona del cervello”.

Si ascolta a bocca aperta, come per dire: e allora? “Questa storia ci sta dicendo una cosa fenomenale, che questa malattia non è un errore genetico, potrebbe essere il tentativo dell’evoluzione di aggiungere capacità cognitive all’essere umano. Quando racconto questa cosa ai malati, a cui non possiamo ancora offrire una cura, sono affascinati: capiscono di non essere portatori di una ‘tara’ genetica, ma di essere l’avamposto dell’evoluzione. Ora con la sperimentazione animale vogliamo capire come evolve quel CAG e sviluppare ogni strada verso una cura”.

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Ma l’agricoltura biologica è diventata una specie di politica strategica nazionale, impossibile avanzare critiche. “Il ministero dice che il consumo del biologico è aumentato del 17 per cento, ma è passato dal 3 al 3 virgola qualcosa, il restante 97 per cento degli italiani consuma altro, 10 milioni di persone fanno la spesa al discount. C’è spazio per tutti, a patto che si dica la verità: vuoi coltivare il biologico e immetterlo nelle grandi catene di distribuzione alimentare facendolo pagare il 50 per cento in più? Fallo, ma non raccontare menzogne sulla indimostrata migliore qualità e non impedire altre tecnologie che possono mettere a disposizione buon cibo a costi più contenuti per un gran numero di persone. La questione non riguarda solo la libertà della ricerca, ma anche degli agricoltori e delle imprese. Non capisco perché a loro si debba impedire per legge di coltivare qualcosa che l’Europa e gli organi deputati al controllo definiscono sicuro per la salute e l’ambiente. Perché si deve impedire la libertà d’impresa?”. Ora al ministero delle Politiche Agricole c’è Maurizio Martina, che sul tema sembra meno ideologico di alcuni suoi predecessori di destra e sinistra come Gianni Alemanno e Alfonso Pecoraro Scanio. Ad esempio ha recentemente aperto ad alcune nuove biotecnologie per il miglioramento genetico, come il “genome editing” che consiste nel modificare puntualmente il Dna delle piante o la cisgenesi che trasferisce geni all’interno della stessa specie. Si tratta di tecniche diverse dalla tanto contestata transgenesi, in cui un gene per esempio batterico viene inserito nel mais per ridurre l’impiego di agrofarmaci, ma che produrrebbero gli stessi effetti, ovvero un miglioramento genetico che permetterebbe di rendere le varietà tradizionali resistenti ai nuovi patogeni. Con il ministro Martina la senatrice a vita aveva avviato un confronto ponendo due anni fa dalle colonne del Sole 24 Ore 16 domande sugli Ogm, che evidenziavano alcuni problemi di fondo e diverse contraddizioni nella posizione dello sul tema dello stato italiano. “Non ho ricevuto alcuna risposta. Il ministro mi aveva promesso un appuntamento un anno e mezzo fa, ma è saltato”. Anche sul cambio di passo rispetto ai predecessori la scienziata è scettica. “Non so se sia meno ideologico o no, so solo che la scienza si basa sui fatti e dobbiamo partire da quelli. Ci sono tante cose che non tornano: nelle aperture al “genome editing” e al cisgenico non c’è nulla di nuovo, perché consente ai laboratori di fare quello che già stanno facendo. L’apertura, se uno davvero considera queste tecnologie non-Ogm, ma è solo una distinzione giuridica per sottrarle all'assurdità dei divieti vigenti, consisterebbe nello sbloccare la ricerca in campo aperto. Questo è un governo che come i precedenti impedisce la ricerca pubblica, che vuol dire impedire il diritto alla conoscenza, tra l’altro senza essere in grado di spiegare perché la libertà di ricerca debba essere limitata”.

Qualche anno fa lo stato italiano costringeva il professor Eddo Rugini dell’università della Tuscia a mandare letteralmente al rogo 30 anni di ricerche sugli Ogm, un atto di una violenza senza pari, che ricorda il processo a Galileo Galilei e che, se si fosse trattato di libri anziché di piante, avrebbe spinto tutti a evocare i roghi nazisti. Eppure la comunità scientifica è rimasta silente, ha accettato che tranquillamente venissero distrutti anni di lavoro e di ricerca. “La comunità scientifica spesso si mostra impacciata. Mi ha sempre stupito che a questi colleghi sia stato impedito di studiare e nessuno di loro abbia fatto causa. Lo ha fatto Giorgio Fidenato, un imprenditore, ma nessun scienziato. In misura minore, quando mi è capitato con la vicenda delle staminali embrionali, ho fatto causa a un governo. Era il governo Berlusconi, ma avrei fatto lo stesso con qualsiasi altro governo. Lo scienziato, con lo stesso coraggio con cui affronta ogni giorno la ricerca dell’ignoto, deve affrontare tutte le dimensioni della scienza, rivendicando i necessari e incomprimibili spazi di libertà e il diritto di conoscere. E deve farlo ad ogni costo”.

Proprio sul tema della libertà di sperimentazione degli Ogm in campo aperto, la Cattaneo era riuscita a presentare al Senato un ordine del giorno trasversale, poi ritirato dietro impegno del governo di risolvere la questione “entro la pausa estiva”. “Era maggio 2015 e non è successo più niente, l’impegno è ancora sospeso nell’aria – dice con sconforto – Vietare queste sperimentazioni è come far costruire nuove macchine alla Ferrari ma impedire all’azienda di provarle su pista, o come dire a me di studiare l’Huntington con cellule in laboratorio ma senza mai poter accedere all’uomo. In Italia non si può nemmeno parlare di garantire ai nostri studiosi la libertà di ricerca e poi ci si domanda perché se ne vanno all’estero”.

A proposito della ricerca, da poco c’è stata la polemica tra il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e una ricercatrice italiana, che si è sentita tirata per la giacchetta per i risultati ottenuti all’estero. Qual è lo stato di salute della ricerca in Italia? “La situazione è sull’orlo del precipizio, ci sono gruppi da ammirare in termini di capacità e produttività, ma sono isole felici. Il dramma della scienza è che ha a che fare con governi che pensano alle prossime elezioni e non ai progetti per i prossimi 10 anni. Si va avanti con i bonus da 500 euro per diciottenni, ma abbiamo bisogno di creare strategie e strutture per alzare la produttività, che non significa consumare ma investire in cultura, mettere in grado ricerca e industrie di produrre competenze e professionalità”. Sembra di sentire la solita, giusta e comprensibile lamentela dei ricercatori per la carenza di risorse, ma il problema è molto più profondo. “Tutto l’ambito della ricerca e della programmazione è abbandonato all’improvvisazione. Non credo che sia solo un problema di pochi fondi disponibili, anche se è vero che i finanziamenti per la ricerca hanno dosi omeopatiche. Il vero dramma è l’inaffidabilità, la ricerca non si può fare in maniera discontinua, senza sapere cosa farai l’anno dopo. C’è poi l’illogicità: il Parlamento decide che si deve fare per legge una sperimentazione clinica come nel caso Stamina, che è una cosa che sconvolge, oppure un ministro come Martina propone di creare corsi universitari sull’agricoltura biodinamica. Non è possibile che non si sia in grado di distinguere tra competenze, professionalità e ciarlataneria”.

In effetti insegnare in università l’agricoltura biodinamica, che si basa su convinzioni spirituali ed esoteriche e prevede pratiche da stregoni come seppellire corni di vacca pieni di letame, sarebbe come tenere corsi di astrologia in un dipartimento di Fisica. Ma l’avanzare di teorie antiscientifiche o pseudoscientifiche non riguarda solo la politica, negli ultimi anni abbiamo assistito a incursioni in questo territorio ancora più scioccanti da parte della magistratura, come nel caso delle prescrizioni della terapia Di Bella o più recentemente del trattamento Stamina, delle assurde inchieste sulla correlazione tra vaccini e autismo, dell’accusa di diffusione di malattia ai ricercatori che studiano la Xylella in Salento. “Il dialogo della scienza con la magistratura è a stadi ancora più primitivi rispetto alla politica – dice la senatrice – Se ne parlerà all’Accademia dei Lincei il prossimo 9 marzo. E ci sono degli esempi interessanti che si possono acquisire dall’estero, come gli standard Daubert negli Stati Uniti per acquisire le prove. Non si può lasciare che sia il magistrato a scegliere il perito che più gli piace. E’ vero che spesso in Appello e Cassazione questi processi evaporano, ma nel frattempo causano tanti danni, come nel caso Stamina, dei vaccini o Xylella. Non si può imputare a un magistrato di non conoscere gli argomenti scientifici, ma come si scelgono le consulenze è fondamentale. E invece così come capita che una parte della politica scelga gli auditi a proprio vantaggio, lo stesso accade – consapevolmente o no – nella giustizia con i periti”.


Le questioni pongono due tipi di problemi, uno che riguarda la diffusione della cultura e della comprensione della logica scientifica nella società. Ed è una questione che richiede anni e forse qualche ripensamento su come funzioni il sistema educativo. Ma l’altro riguarda la conflittualità tra il metodo scientifico, che fa emergere la verità dal basso dopo un confronto paritario tra diverse tesi, e il metodo politico-giudiziario che invece impone decisioni dall’alto. Non è una conflittualità insolubile? “Capisco che la politica e la giustizia abbiano le loro modalità, esigenze e specifici campi di competenze, a loro spetta l’ultima parola. Ma inorridisco all’idea che il potere di decidere sia usato per stravolgere i fatti cui ancorare la decisione. Non si può decidere a prescindere dai fatti e la scienza offre una descrizione dei fatti al meglio delle nostre possibilità. Il metodo scientifico accerta i fatti e li affina continuamente, riducendo sempre più il margine di errore, non conosco altra disciplina che riesca a fare questo. Va rivendicata la forza di questo metodo, come si può farne a meno?”. La paura è quella di cadere preda dello scientismo, come se ogni problema o questione con ricadute morali, economiche e sociali debba essere risolta da esperti e scienziati. “Nessuno sostiene che la scienza sia la verità, ma solo un metodo per capire meglio la realtà. Se guardo a temi come staminali, Ogm, vaccini e sperimentazione animale, è legittimo avere posizioni contrarie, ma non si può dire che sono inutili. Devi convincere le persone che la tua posizione sta in piedi da sola, senza stravolgere i dati acquisiti dalla scienza. Perché, più che lo scientismo, il vero pericolo con questo atteggiamento è quello di alimentare la propensione delle persone nel credere alle suggestioni indimostrabili, dalle scie chimiche al potere dei  talismani di cui è preda il nostro paese”.


giovedì 25 febbraio 2016

IN MEMORIA DI IDA MAGLI - “IL POLITICAMENTE CORRETTO COSTITUISCE LA FORMA PIÙ RADICALE DI LAVAGGIO DEL CERVELLO CHE I GOVERNANTI ABBIANO MAI IMPOSTO AI PROPRI SUDDITI”



IN MEMORIA DI IDA MAGLI - “IL POLITICAMENTE CORRETTO COSTITUISCE LA FORMA PIÙ RADICALE DI LAVAGGIO DEL CERVELLO CHE I GOVERNANTI ABBIANO MAI IMPOSTO AI PROPRI SUDDITI” - “LA NOSTRA È UNA SOCIETÀ CHE HA ALLONTANATO I MASCHI E HA PRESO IL LATO PEGGIORE DELLE DONNE”

“La morte dell’Italia è già in atto soprattutto per questo: perché nessuno combatte per farla vivere; persino perché nessuno la piange”. “La tattica di Bergoglio è fallita in partenza”... -

IDA MAGLIIDA MAGLI
Brani di Ida Magli pubblicati da “Libero Quotidiano

Il modo migliore per ricordare Ida Magli, morta il 21 febbraio a 91 anni, e per far vivere il suo lucidissimo pensiero è farla parlare ancora. Per questo abbiamo selezionato alcuni brani dei suoi libri e delle sue interviste: per fornire un' idea, ovviamente estremamente limitata, delle sue opinioni. E, soprattutto, degli avvertimenti che ci ha dato, delle sue analisi su Europa, finanza, politica, immigrazione e ruolo delle donne. Ida Magli ha scritto tanti libri, tutti importanti.
IDA MAGLI paIDA MAGLI PA

Qui ci siamo concentrati sul versante "politico" della sua opera, riprendendo per lo più interviste e brani di Dopo l' Occidente (BUR), il saggio che rappresenta un po' il concentrato della sua visione del mondo, e da cui si può cominciare a scoprire la straordinaria opera della più grande antropologa culturale che l'Italia abbia mai avuto. Questo è un piccolo tributo a lei e un invito ad approfondire la conoscenza dei suoi libri. Leggeteli: potrebbero cambiare la vostra vita.

IDA MAGLI giIDA MAGLI GI
Il "politicamente corretto" costituisce ovviamente la forma più radicale di "lavaggio del cervello" che i governanti abbiano mai imposto ai propri sudditi. La corrispondenza pensiero-linguaggi è infatti praticamente automatica.

Inserire una distorsione concettuale in questa corrispondenza significa impadronirsi dello strumento naturale di vita cui è affidata la specie umana: l' adeguamento del sistema logico cerebrale alla percezione della realtà nella formulazione linguistica dei concetti, impedendone così anche qualsiasi cambiamento o trasformazione.

Non sappiamo chi sia stato a ideare un tale strumento di potere per dominare gli uomini e indurli a comportarsi secondo la volontà dei governanti, evoluzione terrificante di quella che un tempo si chiamava "censura". (...). Politicamente corretto. Non "corretto" dal punto di vista politico, ma "corretto" dal Potere. Politica e Potere sono la stessa cosa.
IDA MAGLIIDA MAGLI

L' OCCIDENTE
La fretta divora l' Occidente: l' assillo del non perdere tempo impedisce di accorgersi che in realtà non si produce quasi più nulla delle cose che contano: pensiero, scienza (il continuo sviluppo tecnologico non inganni: la tecnologia è soltanto applicazione della scoperta scientifica, non scoperta in sé), filosofia, letteratura, arte.

IDA MAGLI DOPO L'OCCIDENTE
Il mercato, la pubblicità, gli indici di Borsa hanno preso il loro posto e si ammantano di una "pienezza" di nuovo tipo: cambiano continuamente, aggiornano il mondo, minuto per minuto, della loro instancabile attività, delle loro avventure, delle loro trasformazioni in vincite e perdite, mentre gli uomini, la vita reale degli uomini, delle società, delle Nazioni,
1 ida magli1 IDA MAGLI

proiettata fuori dall' orizzonte di ciò che conta, affonda nell' indistinto, nell' amorfo, nel brulichio di quei frammenti non significanti e senza più nessuna possibilità di concatenarsi fra loro che stupiva e angosciava Robert Musil. È il brulichio delle innumerevoli vite che disintegrano un cadavere.

LA CRISI
omaggio italiani ida magli coverOMAGGIO ITALIANI IDA MAGLI COVER
È apparso all' orizzonte all' improvviso chi è riuscito a convincere il mondo che le Nazioni, gli Stati... l' Italia, possono "fallire"; anzi, che sono sul punto di fallire. Parola incredibile, priva di senso riferita a un popolo, a una Nazione, a uno Stato. Nessun "popolo" fallisce. Può morire; e muore. Ma chi osa definire la morte un "fallimento"? Nazione, Stato, sono "figura" dei popoli.

Non c'è nessuna Nazione, nessuno Stato, negli indici di Borsa. Non ci sono i popoli, il loro nome, la loro identità, la loro storia, il loro pensiero, il loro lavoro: non ci sono né nascite né morti, non ci sono né amori né pianti; non c' è quella "patria" per la quale si è data la vita cantando; non ci sono la poesia né la musica; non ci sono, infine, né religioni né speranze di eternità: nulla.

IDA MAGLI COSTANZO BAGET BOZZO giIDA MAGLI COSTANZO BAGET BOZZO GI
Si chiamano valori di Borsa, ma appunto, usurpando il termine "valore", i governanti-economisti hanno compiuto un' operazione matematicamente invalida: i valori dei popoli non sono riducibili a numeri. Non sono quantificabili in cifre. Non si possono né sommare né sottrarre al capitale delle monete. Una Nazione, insomma, non è il suo Pil. Questo allarme, dunque, è una truffa, una mostruosa truffa.

IL SUICIDIO
La morte dell' Italia è già in atto soprattutto per questo: perché nessuno combatte per farla vivere; persino perché nessuno la piange. È contro natura, contro la realtà dei sentimenti umani, ma è così: stiamo morendo, nel tripudio generale, con una specie di "suicidio felicemente assistito" dai nostri stessi leader, governanti e giornalisti. Non per nulla l' idea del suicidio assistito è nata in Occidente.

L' EURO
Adottando l' euro l' Italia ha rinunciato a battere moneta e di conseguenza ha perduto lo strumento principale della propria indipendenza. Non è più uno Stato sovrano e, come si è visto chiaramente con il passare degli anni, è costretta a pagare il denaro che le viene offerto dalla Banca centrale europea con interessi sempre più alti fino a quando non potrà più reggere.
padoan, ministro dell'economia (d), con il presidente della bce mario draghiPADOAN, MINISTRO DELL'ECONOMIA (D), CON IL PRESIDENTE DELLA BCE MARIO DRAGHI

Siccome però la dicitura "Banca centrale europea" copre il fatto che i "soci-azionisti" di questa banca sono dei soggetti privati, in realtà gli Italiani, il loro lavoro, il loro patrimonio, il loro territorio, i loro redditi, le loro aziende si trovano a essere non soltanto sotto controllo, ma, a causa del debito, messi in garanzia degli stessi banchieri, "proprietà" di costoro.

IMMIGRAZIONE GERMANIAIMMIGRAZIONE GERMANIA
L' IMMIGRAZIONE
Quali caratteristiche presenterà quella parte geografica del mondo che corrisponde all' Europa, in particolare all' Europa d' Occidente, verso la metà del 2000? Si può affermare con quasi assoluta certezza che la cultura che oggi siamo soliti indicare con il nome di "occidentale" e che la caratterizza, sarà quasi del tutto scomparsa. Si può anche presumere che il processo di estinzione avverrà molto rapidamente.

Il motivo è evidente: le culture vivono attraverso gli uomini che ne sono portatori. Verso il 2050 l' Europa sarà abitata da un gran numero di Africani insieme a gruppi di media consistenza di Cinesi e di Mediorientali, a causa della continua e massiccia immigrazione dall' Africa e dall' Oriente e dell' altissima prolificità di queste popolazioni, superiore in genere di almeno cinque volte a quella degli Europei.

MUSULMANI
Un tempo c' erano musulmani che producevano e pensavano, venivano per lo più dall' Egitto. Ma le civiltà muoiono. Quello che sapevano fare allora, non lo sanno più fare. I musulmani che vengono qui sono prima di tutto incapaci di pensare. L' islamismo organizza tutta la loro giornata e dunque anche la loro struttura psicologica. Anche per i cristiani del medioevo funzionava così, in gran parte.

I musulmani non avrebbero alcun problema a farci fuori subito. Ma non hanno bisogno di farlo. Noi ci ammazziamo già da soli. I musulmani sono tanti, talmente tanti... Di che cosa volete che abbiano paura? Sono in tanti e hanno un fortissimo senso di obbedienza al Corano. Credono che Allah li guardi e li protegga. Noi abbiamo perso tutto, invece».

PAPA BERGOGLIO
papa francesco strattonato in messico 5PAPA FRANCESCO STRATTONATO IN MESSICO 5
Bergoglio non è un europeo, non sa niente di tutte le trame tipiche dell' Europa. Per giunta è molto accomodante. I gesuiti ce l' hanno come atteggiamento, quello di venire incontro agli altri. Era la tecnica di Ignazio: venire incontro alle persone che la pensano diversamente per non creare troppo attrito. Solo che la Chiesa di oggi o la salvi con forza, con severità, oppure con la misericordina non la salvi. Che ci fanno gli europei con la misericordina? La tattica di Bergoglio è fallita in partenza».

LE DONNE
'LA SESSUALITA' MASCHILE', IDA MAGLI'LA SESSUALITA' MASCHILE', IDA MAGLI
La nostra è una società che ha allontanato i maschi e ha preso il lato peggiore delle donne. Che sono aggressive, anche nell' eroticità. Devono sempre farti vedere il seno, le cosce. Per un maschio, oggi, forse è più attraente una donna musulmana col velo che queste qui. Il maschio la donna la deve anche un po' conquistare, deve esserci anche un po' di mistero, nell'erotismo.

Di una donna che è subito pronta a dare tutto, il maschio non sa che farsene. Io sono una donna e posso dire cose che sono in apparenza contro le donne e cioè che la scienza, l' arte, tutta l' attività intellettuale fino ad oggi è stata fatta dei maschi. Poiché oggi i maschi si sono allontanati, la nostra società è povera intellettualmente, culturalmente. Non è una società "femminilizzata", come dice qualcuno, ma malata, patologica. Dobbiamo immediatamente riprendere il controllo. E tocca ai maschi riprenderlo».

domenica 21 febbraio 2016

Meno tasse per comprare casa Ecco le due nuove agevolazioni

Imposte ridotte anche se si tiene per un anno il vecchio immobile. La legge di Stabilità ha introdotto due importanti agevolazioni che fanno scendere molto le imposte a chi cambia alloggio e non riesce a vendere la vecchia abitazione o a chi acquista un’abitazione in cantiere

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Fisco meno esoso con chi compra casa. La legge di Stabilità ha introdotto due importanti agevolazioni che fanno scendere molto le imposte a chi cambia alloggio e non riesce a vendere la vecchia abitazione o a chi acquista un’abitazione in cantiere. Lo scopo è quello di dare impulso a un mercato che sia pure in ripresa è ancora lontanissimo dai picchi precrisi, con beneficio per il Pil e per le casse erariali. La prima agevolazione è la possibilità di acquistare un immobile residenziale non di lusso con imposte ridotte anche se si mantiene, per non più di un anno, il possesso di un’abitazione acquisita in precedenza; la seconda riguarda le abitazioni acquistate da un costruttore: metà dell’Iva che grava sulla vendita potrà essere recuperata in dieci anni sotto forma di detrazione Irpef. Sono due provvedimenti che possono portare a un risparmio di parecchie migliaia di euro in tasse su un contratto di acquisto
La prima casa
Come si arriva a questa conclusione? Per rispondere è necessario premettere che il trattamento fiscale sugli acquisti immobiliari cambia in maniera sostanziale quando l’unità sia definibile prima casa. Per rientrare nelle fattispecie agevolate fino al 31 dicembre scorso era necessario rispettare quattro condizioni :1) l’abitazione non deve appartenere alle categorie catastali A/1, A/8, A/9; 2) chi compra deve stabilire la residenza nel comune in cui si trova la casa entro 18 mesi, 3) non si può possedere, nemmeno in comunione con il coniuge, un’altra abitazione nello stesso comune; 4) non bisogna possedere in tutta Italia un’altra abitazione acquistata come prima casa. Con la legge di Stabilità rimangono invariati i primi due requisiti ma sono cambiati gli altri due; infatti ora è possibile ottenere il trattamento fiscale di favore anche se si risulta proprietario di un’abitazione comprata con agevolazione fiscale purché la si rivenda entro un anno e questa facilitazione vale anche se la casa posseduta è nello stesso comune in cui si trova l’abitazione nuova, ma solo purché a suo tempo sia stata acquisita con agevolazioni.
L’acquisto da privato
Per la tassazione sugli acquisti da privato o da società non costruttrice non si considera il costo pattuito ma il valore catastale dell’immobile, di norma parecchio più basso del prezzo reale. Quando si ha diritto al trattamento prima casa l’imposta di registro è pari al 2% del valore catastale a cui si aggiungono altri 100 euro per imposte catastale e ipotecaria; il versamento minimo complessivo è di 1000 euro. Negli altri casi l’imposta di registro sale al 9% ed è calcolata su un valore catastale più alto del 10%. Così con le regole precedenti chi non riusciva a vendere la casa vecchia prima di rogitare per quella nuova doveva fare fronte a Roma, su una casa da 120 metri quadrati in categoria A/2, a un esborso di 15.257 euro mentre ora se la cava spendendone solo 3.162. Su una casa A/3 da 80 metri a Milano con le nuove regole si pagano in media 1.530 euro a fronte dei 7.180 euro calcolabili con le norme precedenti. A questo poi si deve aggiungere un ulteriore sconto, previsto già dalla precedente normativa; si possono detrarre le imposte versate a suo tempo per l’acquisto della vecchia casa.
E dal costruttore
Questi vantaggi si applicano anche a chi compra da un costruttore e pesano molto di più: sulla prima casa infatti l’Iva è al 4% a fronte del 10% applicabile alle seconde case non di lusso. All’Iva vanno poi aggiunte altre 600 euro a titolo di imposte di registro, ipotecarie e catastale. Va inoltre sottolineato che l’acquisto da impresa edile viene tassato sul prezzo reale e non sul valore catastale: significa che su una casa del valore di 200mila euro se si può usufruire dell’aliquota agevolata si possono risparmiare ben 12mila euro (Iva a 8.000 euro anziché a 20mila).
Recupero Iva e detrazione Irpef
La legge di Stabilità ha introdotto un’altra sostanziosa agevolazione: metà dell’Iva può essere recuperata sotto forma di detrazione Irpef in 10 anni, a condizione che l’abitazione appartenga alle classi energetiche A o B (nei fatti è un requisito che hanno tutte le case nuove). Chiaramente si tratta di un escamotage normativo per non incorrere in una proceduta di infrazione comunitaria, che sarebbe stata inevitabile se il provvedimento fosse consistito nel dimezzamento puro e semplice dell’Iva. Su un’abitazione centrale da 120 metri quadrati il recupero di imposta su una prima casa è di 1.638 euro all’anno a Milano e di 1.545 euro a Roma; su una casa da 80 metri in periferia si recuperano 454 euro all’anno nella Capitale e 454 nel capoluogo lombardo. Il recupero dell’Iva si applica anche se l’acquisto riguarda un immobile residenziale diverso dalla prima casa. Per fare solo un esempio, l’appartamento da 120 metri a Milano come seconda casa deve pagare a titolo di Iva circa 81.800 euro, ogni anno però l’acquirente può scalare 4.090 euro dalla dichiarazione dei redditi.
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