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domenica 16 agosto 2015

Riflessioni amare sul Sindacato e i sindacalisti di oggi

La recente “denuncia” di Fausto Scandola, sindacalista della CISL del Veneto, mi ha  reso triste vedendo la fine che fatto il Sindacato.
Certamente è bene tenere sempre presente che “Sindacato” è una parola con infinite declinazioni non essendo un monolite. La prima distinzione va fatta tra le diverse Confederazioni, la seconda all’interno delle singole Confederazioni tra le Categorie e infine tra i vari livelli territoriali.
Quando facevo io il sindacalista a tempo pieno, dal 1973 al 1981, a Varese nella FLM (Sindacato Unitario dei Metalmeccanici FIM-FIOM-UILM) che aveva il Bilancio Unico e la Sede Unica, e dal 1981 al 1982 nella UIL di Varese gli stipendi erano gli stessi dei Lavoratori di 5° Livello Metalmeccanici. E i Gettoni di presenza per le partecipazione alle Commissioni ed Enti vari venivano versati nelle casse della FLM di Varese.
Mi ricordo che i rimborsi spese riguardavano le spese per la benzina e, quando andavamo fuori provincia: vitto, alloggio e biglietto del treno o dell’aereo.
Per un certo periodo ho anche potuto usufruire della FIAT 500 di proprietà del Sindacato e certamente non avevo l’autista.
Ai mie tempi la scelta di fare il sindacalista anziché il dirigente o impiegato in azienda era una scelta fortemente ideologica; per lo meno così fu per me e tanti miei colleghi, e non ho nessun rimpianto anche se ogni tanto ripenso all’errore grave che feci perché invece di dimettermi dalla IRE (oggi Whirlpool) avrei potuto benissimo mettermi in aspettativa e quindi ritornare al mio posto di lavoro e magari fare carriera, utilizzando la mia laurea in Economia e commercio, quando finì il mio feeling con il Sindacato.
Da ciò che si legge sui giornali e si vede in TV o sui Social Media ho l’impressione che la degenerazione della politica ha contagiato anche il sindacato. Non ho contezza diretta di ciò che avviene nelle varie Confederazioni per cui non mi permetto di  lanciare anatemi contro nessuno; voglio solo dire che ho la sensazione che oggi, ma ormai da qualche anno, la scelta di fare il sindacalista sia motivata in molti casi dallo stipendio e dai bonus. Comunque non certamente dallo Status, perché non mi pare proprio che i sindacalisti, tutti, siano molto stimati e quindi socialmente apprezzati per la loro opera in difesa degli interessi dei Lavoratori e dei Pensionati. Evidentemente nell’immaginario collettivo “il Sindacato” non è più lo stesso degli anni ’70 e ’80 e subisce il degrado della società invece di essere un’avanguardia stimolante …e stimata!

Ennio Di Benedetto


Carrara, 16 agosto 2015



















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