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venerdì 12 aprile 2013

E’ tutto da rifare

  di Franco Luceri in Prima pagina


La vera causa dei problemi italiani sta nelle leggi sul lavoro e tributarie che spostando potere dai padroni, ai lavoratori e pensionati, hanno operato il miracolo dell’arricchimento dell’intero popolo per mezzo secolo e passa. Ma col passaggio dell’economia, da chiusa a globale, quella giustizia da equa è diventata iniqua.
La politica consociativa della Prima Repubblica, artefice del bum economico pre-globalizzazione, non ha saputo, voluto o potuto riadattare nella Seconda, le vecchie leggi al nuovo mercato, spostando potere in direzione opposta: dai lavoratori alle imprese, per compensare il calo di competitività del nostro sistema economico, ed evitare recessioni, fallimenti, licenziamenti e impoverimenti in massa.
Più le imprese macinano perdite, più vengono caricate di tasse per garantire ai lavoratori e pensionati pubblici e privati, continuità o crescita nel livello di benessere acquisito. Tutti hanno pensato che così il mercato italiano si sarebbe ripulito dalle piccole imprese incapaci di reggere la concorrenza; invece sono state le grosse e produttive a fuggire per prime dall’Italia, fino alla storia recente degli imprenditori italiani che si suicidano, sapendo bene che con l’attuale sistema legislativo, non esiste giudice che possa aiutare gli imprenditori onesti, senza finire lui stesso in galera: perché il massacro sindacale e fiscale degli imprenditori, in Italia è a norma di legge.
I beni o servizi che da noi costano 100, in Cina costano 10. Quindi la lenta agonia delle imprese italiane che continuano a subire tasse crescenti per profitti calanti o inesistenti, è sancita dalla legge. Ad ogni imprenditore onesto in difficoltà servirebbero tre giudici banditi, che violando per tre successivi gradi di giudizio, le leggi sul lavoro e tributarie, lo salvassero da sicuro massacro: cosa meno probabile di un sei al superenalotto.
Perciò gli imprenditori che per decenni hanno avuto fiducia nella giustizia italiana, ora preferiscono levare il disturbo da sé, ad una impossibile sentenza che li liberi dalla valanga di tributi che la politica idiota e la burocrazia menefreghista, irresponsabile o peggio criminale gli fanno piovere addosso.
Soltanto i lavoratori e pensionati avrebbero i numeri per consentire alla politica il salvataggio delle imprese italiane, cambiando le leggi e restituendo agli imprenditori il diritto di fare profitti e pagare salari e tasse, senza il dovere di concludere una vita onesta e una fede incrollabile nella giustizia con due metri di corda, dopo aver tentato la via altrettanto suicida dell’evasione tributaria, nella vana attesa che finisca la recessione o la bulimia fiscale: la tassazione delle perdite dove non ci sono profitti.
Ma per i lavoratori e pensionati, questo implicherebbe un arretramento nei diritti acquisiti: e una cambiale in bianco in tal senso non l’hanno ancora firmata e non la firmeranno mai per nessuno schieramento politico, né di destra, né di sinistra.
I governi Berlusconi hanno avuto valanghe di voti dai lavoratori e pensionati, maggioranze plebiscitarie, ma per pretendere più soldi per sé e più tasse per le imprese. Quindi hanno costretto Berlusconi a sfasciare, anche ciò che voleva e poteva risanare.
Ora, nemmeno la sinistra di Bersani ha il consenso per riportare in equilibrio la giustizia sociale, che così rischia di condannarci tutti alla distruzione, perchè un mercato fatto solo di arricchimento crescente, se non l’hanno ancora inventato per  le banche che falliscono a grappoli; si potrà mai garantirlo ai soli lavoratori e pensionati? No, è socialmente suicida.
L’Italia è ferma da sei anni nella recessione, che per le imprese significa impoverimento o fallimento, e per troppi imprenditori anche suicidio. Ma lo Stato e il popolo dei lavoratori e pensionati non sentono ragione: spremono gli imprenditori come limoni con tasse crescenti fino a farli fallire. Peccato che dei soldi rubati agli imprenditori, solo le briciole vengono impiegate per sfamare i poveri, ma il più, va ad ingrassare i ricchi.
Tutti pretendono gran parte dei profitti degli imprenditori; ma quando la politica economica comincia a regalargli perdite per anni, il socio Stato non solo si sottrae alla condivisione, ma ne accelera la fine continuando a tassare in maniera crescente fino al fallimento delle imprese o alla distruzione degli imprenditori: un milione di licenziamenti nel solo 2012.
Una volta i padroni rapaci condividevano con i lavoratori solo l’impoverimento, e trattenevano la ricchezza per sé. Oggi questo sistema si è capovolto, ma rimanendo rigorosamente criminale. I profitti di una impresa sono di sessanta milioni di padroni, mentre le perdite, di padrone ne hanno uno solo: quel fesso dell’imprenditore che si dissangua di pagamenti in attesa  di fallire.
Solo dalle demenziali leggi sul lavoro e tributarie dipende l’ingovernabilità e il fallimento dell’Italia, Spagna, Grecia e forse anche Francia e oltre; speriamo che almeno l’UE trovi la forza e il buon senso per metterci una toppa che non sia peggiore del buco.
Ma in attesa, bisogna gridarlo forte e chiaro: le finte democrazie che succhiano il sangue a venti milioni di poveri, (fino ad istigare disoccupati, pensionati o imprenditori in difficoltà al suicidio) per garantire privilegi, sprechi e ruberie ad un milione di parassiti e ladri pubblici e privati sono tirannie criminali, anche se affidate a soggetti di indiscutibile onestà, come lo sono le cinque più alte cariche dello Stato, e in primis la Presidente Boldrini che di fronte al dramma dei suicidi ha confessato con grande onestà: non avrei mai immaginato che in Italia potesse esserci questo livello di povertà. Invece è molto peggiore di quanto lei possa immaginarselo. Se non ci fossero le famiglie a fare costantemente da ammortizzatore sociale, le leggi e la burocrazia di questo Stato spingerebbero due italiani su tre a farla finita.
Presidenti Boldrini e Grasso, siete le due nuove risorse di speranza per questo Paese. Ma solo il Padreterno  potrebbe illuminarvi a capire in quale abisso sono sprofondati gli italiani poveri, in conseguenza di un sistema legislativo scadente e scaduto, in mano ad una burocrazia che eccelle solo per stupidità o criminalità: e perciò assassina con gli onesti e protettiva con i criminali.
Metteteci il cuore: perché il solo cervello dei saggi da strapazzo ha fatto troppi danni. Seguite la coraggiosa Boldrini fra la gente, senza aspettare i funerali, le lacrime e le urla di contestazione e troverete la chiave per salvarvi, salvando l’Italia, che ha in troppe leggi asociali e burocrazia idiota un tumore incurato e speriamo non incurabile.

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